Omelie

Omelia domenica 9 ottobre

“Se il Signore non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori”
Senza il Signore non sono nulla, ma voi siete stati una preziosa presenza.
di Suor Irene.

10 novembre 2009. Vi dice niente questa data? E’ il giorno in cui ha preso il via il mio servizio nella parrocchia di Roveleto, il giorno in cui mi avete accolto come una sorella che arrivava un po’ da lontano, da un altro continente per la precisione: Africa centrale, Repubblica Democratica del Congo.
Quasi sette anni trascorsi con voi, sette anni di studio, servizio e soprattutto di tanti incontri. Ho imparato tante cose qui con voi, in primis in Santuario. Qui le attività sono organizzate molto bene ed ho imparato a svolgerle con grande impegno, nel modo migliore. Giorno dopo giorno ho compiuto azioni quotidiane e routinarie e grazie ad esse ho toccato con mano che le piccole cose, fatte con attenzione e amore, diventano grandi cose agli occhi del Signore.
Tante volte mi è capitato di incontrare proprio in Santuario delle persone che sentivano il desiderio di testimoniare la loro fede nella Madre di Gesù a cui è dedicato il Santuario e in Cristo Gesù; persone che vogliono parlare e condividere i loro problemi, fino ad affermare che vivono e vanno avanti perché hanno fede; questa grande fede che dà un senso alla loro vita. Persone che hanno bisogno di essere ascoltate quando si sentono di voler raccontare o parlare delle loro difficoltà. Ascoltare l’altro è un atteggiamento importante nei rapporti umani: per questo la nostra presenza in Santuario è per me fondamentale, perché il Signore si manifesta sempre in ogni cosa e in tanti modi. Voglio ricordare come l’angelo Gabriele apparve a Maria per annunciare la buona novella: Maria era disponibile ad ascoltare la voce dell’angelo Gabriele.
Anni di incontri ma anche di fatica sui libri. Dopo circa un anno dal mio arrivo a Roveleto, ho iniziato gli studi presso l’Università Cattolica di Piacenza, Facoltà di Scienze dell’educazione e della formazione. Ero consapevole che sarebbe stato un percorso difficile e molto faticoso per me, per le mie difficoltà con la lingua e per l’inserimento in quell’ambiente, allora a me sconosciuto. Con buona volontà, tanti sacrifici e una grande determinazione mi sono impegnata per raggiungere il traguardo, arrivando così alla laurea triennale prima e a quella specialistica poi , per un totale di cinque anni. In questo percorso di formazione svolto presso l’Università, ho avuto anche la possibilità di conoscere e collaborare con tanti studenti, anche di altre facoltà; ciò ha contribuito ad inserirmi bene in quell’ambiente di studio e di sperimentare relazioni molto positive con i docenti e le altre persone che studiavano con me.
Ho avuto la fortuna di trovare un grande aiuto da parte dei miei parrocchiani, che in tanti modi mi hanno sostenuta e hanno partecipato a questo mio percorso universitario. Ho sperimentato la bontà della comunità di Roveleto che nel suo complesso si dimostra sempre sensibile ai bisogni dell’atro, pronta a portare soccorso ai bisognosi, a praticare l’amore per il prossimo, dimostrando che una comunità vera è fondata sull’amore. Gli studi in Cattolica mi hanno aiutata a crescere come persona e a valorizzare il prossimo, cioè a mettere l’essere umano, la “persona” al centro della vita e di tutto. Le persone, qualsiasi situazione stiano vivendo, sono dotate di risorse che potranno aiutarle a risolvere i problemi, se riusciranno a farle emergere da loro stesse, o se saranno aiutate a farlo.
Quando mi sono laureata, la comunità ha festeggiato con me il traguardo che avevo raggiunto, che grande emozione! Ma tutto questo non è stato semplice, per me. Ho incontrato anche molte difficoltà in questa esperienza, perché questa è la realtà: umana e giusta. All’inizio è stato molto difficile adattarmi, in primo luogo al clima . Sono arrivata a gennaio a Piacenza che faceva molto freddo, invece in Congo, al contrario, faceva molto caldo. E poi le difficoltà relative alla lingua, alla cultura e quindi alle mentalità diverse. Ma nonostante tutto questo, pian piano ho affrontato tutto con l’aiuto del Signore e di tutta la comunità. Sono certa che la fede che abbiamo in Cristo Gesù ci aiuti a superare tutte le barriere che possono presentarsi per ostacolare l’inclusione di una persona “straniera”, che arriva da un altro Continente.
Un grazie speciale a don Umberto e tutta la comunità per il calore con cui mi avete accolta Ero una sconosciuta, sono entrata a casa vostra mi avete presa con voi, mi avete dato una casa e da mangiare. Sono stata accolta come i tre uomini che sono approdati all’ improvviso da Abramo nella sua tenda: lui li ha ospitati e ha dato loro da mangiare. Queste persone erano portatrici di un dono di Dio. Infatti, Sara, sua moglie, ha potuto diventare madre.
Il Signore vi ricompenserà per tutto quello avete fatto per me, arrivata straniera in terra di Roveleto, ma con la fede universale che abbiamo e che ci sostiene, non sono stata considerata straniera ma sono diventata membro di questa bella comunità. Rimaniamo uniti nella fede e nelle preghiere in Cristo Gesù. Un sincero grazie per tutto quello che è stato fatto per me; cercherò sempre di mettere in pratica tutti gli insegnamenti che ho ricevuto, con l’aiuto del Signore perché senza il suo aiuto sono nulla.
Ricordo il Salmo 126: se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori. Per questo ci affidiamo sempre a Lui, che ci darà conforto e coraggio.
Arrivederci sorelle e fratelli miei!
Suor Irene