La Via

La Via 8 maggio

NESSUN GRADO DI SEPARAZIONE (Lc 24,46-53)

Titolo preso in prestito come altre volte.
Ma se c’è una canzone che piace, magari è anche permesso prenderne spunto.
Nel raccontare l’Ascensione di Gesù l’evangelista Luca sottolinea il fatto che sia avvenuta 40 giorni dopo la Pasqua.
Noi sappiamo che cosa significhi nella Bibbia il numero 40.
Indica un tempo compiuto, un periodo in cui si è raggiunta la propria meta, si è realizzato il proprio scopo.
Con l’Ascensione si compie il cammino di Gesù ed Egli giunge finalmente alla sua meta: scavalcare quella distanza che pareva incolmabile, quella distanza tra cielo e terra, tra le cose di Dio e quelle degli uomini.
Gesù colma questa distanza e lo fa in modo paradossale: scompare alla vista dei suoi discepoli, ma è in realtà ancora più presente.
Per questo possiamo parlare di nessuna separazione: egli inizia ad operare con loro, conferma le loro parole con i prodigi che le accompagnano.
Non esiste solo una possibilità fisica di colmare la distanza; esiste soprattutto una modalità spirituale.
Direi anzi che è la più vera.
Certo per entrare in questa logica di comunione spirituale, in questa realtà in cui si è vicinissimi pur essendo lontani occorre fare un cammino.
Ecco allora il secondo significato dei 40 giorni di cui ci parla l’evangelista.
Per quarant’anni i padri di Israele camminarono nel deserto.
Per quaranta giorni i discepoli di Gesù hanno compiuto un nuovo Esodo. Apparendo loro, il Signore li ha condotti in una nuova terra, una terra del cuore dove si gode di luce anche tra le tenebre, dove ci si sente accompagnati anche se si è apparentemente soli.
Questi quaranta giorni furono come una scuola per convertire il dolore del primo distacco in gioia per la sua presenza, per la sua Signoria sul mondo.
E i discepoli ne uscirono trasformati.
Anche loro vivevano in una scatola, quella del cenacolo.
Anche loro guardavano il mondo da una porta mai completamente aperta.
E poi il Signore risorto accese qualcosa nei cuori.
Ed affrontarono la vita, senza più separazione.

Don Umberto