La Via

La Via 17 aprile

UNITI A CRISTO
(Gv 10,27-30)

Ascoltare. Conoscere. Seguire.
Sono verbi che esprimono intimità. Parole che generano comunione, che lasciano in bocca il buon sapore di un legame vero, solido.
Sembra, a sentire il Vangelo di oggi, che si crei un quadro idilliaco, quasi dolce mentre queste parole Gesù le pronunciò in un contesto di tensione, in un drammatico diverbio con i capi religiosi avvenuto proprio dentro il Tempio.
Gesù era contestato da coloro che presumevano di detenere l’ortodossia della fede.
A costoro uno come Gesù, che difende la libertà, che mangia con i peccatori, che smantella le pretese gerarchiche, non può certo andare bene.
Ma agli ultimi, ai poveri, ai peccatori, a coloro che sono in cerca di una speranza autentica, Gesù tocca i cuori.
A me pare che il solco divisorio tra questi due gruppi di persone esista ancora oggi.
È anzitutto interno a ciascuno di noi.

C’è una parte di noi attratta irresistibilmente da Gesù, una parte che accetta, anzi vuole ascoltarlo, conoscerlo, seguirlo.
Ma c’è anche una zona d’ombra, una resistenza interiore che non diventa aperta opposizione, ma più semplice- mente opera una specie di cernita, passando al setaccio ciò che di Gesù vuole prendere e ciò che vuole rifiutare. Pertanto, non manca certo “ l’ascoltare ”; in fondo quella di Gesù è sempre una buona parola che può consolarci.
Ma quando si comincia a fare i conti con “il conoscere” ecco che già sorgono le prime difficoltà: non c’è tempo per dedicarsi ad una lettura approfondita del Vangelo o per pregare con calma.
Al momento del “seguire” le cose poi si complicano terribilmente: troppo difficile comportarsi come Gesù, amando in modo gratuito e offrendo la propria vita.
Abbiamo veramente bisogno di sanare questa scissione
interiore, perché la comunione di vita è, sì più faticosa, ma molto più appagante che la semplice comunione delle idee.
Vale per il rapporto con il Signore, ma vale anche per i legami con chi ci è vicino.
Gesù, in trent’anni di silenzio a Nazareth, ha imparato la differenza tra parlare e chiacchierare, tra essere saggi ed essere saccenti, tra innamorarsi ed amare.
Per questo vale la pena ascoltarlo, conoscerlo, seguirlo.

Don Umberto