Omelie,  Video

Omelia 28 febbraio

Ci vorrebbe quella curiosità spirituale, quella capacità di lasciarsi interpellare che caratterizzavano Mosè.
Bella la prima lettura che racconta il suo volere andare a vedere perché il roveto ardente non si consumava.
Mosè non è fagocitato dal suo mestiere, non si fa seppellire da ciò che sarebbe urgente, ma osserva ciò che sta oltre, si interroga su ciò che vede.
Si mette in cammino per capire il senso di ciò che sta avvenendo.
Non registra semplicemente i fatti, gli eventi, ma cerca di interpretarli.
Questa abitudine ad interrogarsi mi piace molto.
Credo che sia condizione decisiva anche per interrogare Dio (e Mosè lo fa) e così uscire da quel torpore interiore che narcotizza noi stessi e le situazioni in cui viviamo.
Il tempo a nostra disposizione per vivere così ci viene continuamente donato da Dio, come al fico della parabola.
Occorre portare frutti.
Ma per farlo è indispensabile non essere dei sedentari dello spirito.