La Via

La Via 30 aprile

SU STRADE SECONDARIE
(Lc 24,13-35)

Per quelli della cerchia di Gesù il giorno di Pasqua è iniziato nello sconforto più totale. I due discepoli di Emmaus non fanno eccezione. Lo sconosciuto che si è unito a loro lo coglie immediatamente: hanno un’aria così triste! Ben presto lo mettono al corrente della causa della loro amarezza. Gesù di Nazaret, che sembrava così potente in atti e parole, si era meritato la loro fiducia: “Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele”.
Ed eccolo morto e sepolto, lui e le loro speranze. Anche le voci diffuse da alcune donne su una tomba trovata vuota non bastano ad aprire loro gli occhi. Non vogliono neanche più sentirne parlare. Perciò volgono le spalle a Gerusalemme e alla tomba nella quale è stato seppellito il loro sogno. E’ finita l’avventura nella quale avevano investito il meglio della loro giovinezza. Hanno sbagliato Messia, ed ecco che stanno sbagliando anche strada. Se ne tornano a casa, dolorosamente delusi; chi si incaricherà di dire loro che tornando sui loro passi si stanno allontanando dalla sorgente della loro gioia?
È qui, al cuore della disillusione, che Gesù li raggiunge. Non sanno ancora che è lui; per il momento non è che un testimone del loro dolore, un ascoltatore compiacente dinanzi al quale sfogano la delusione, cosa che si concedono di fare, mentre Gesù li lascia parlare, ascoltandoli per tutto il tempo necessario. Avrebbe potuto comportarsi in modo diverso. Invece di raggiungerli discretamente da dietro, avrebbe potuto andare loro incontro, mostrare subito le piaghe sulle mani e sui piedi, farsi riconoscere, poi impedire loro di continuare su quella strada, spiegare che stavano sbagliando direzione e che dovevano tornare a Gerusalemme. Ma Gesù fa il contrario. Non li folgora da subito esibendo la sua identità. No, entra nei loro dubbi e nel loro scoraggiamento, fa un tratto di strada con loro nella direzione sbagliata.
Solo Gesù può raggiungerci così, al cuore dei nostri errori e dei nostri dubbi, quando prendiamo delle scorciatoie o torniamo sui nostri passi. Perché la via è lui. E pasqua è innanzitutto questo: Gesù che accetta di entrare nel peccato degli uomini, fino ad attraversare il frutto ultimo del peccato, la morte, per vincerla e portarci con sé sulla via della sua gloria.

André Louf