Riflessioni

  • Cultura,  Musica,  Riflessioni

    Luce

    Prosegue la rubrica un Libro un film un teatro….e una musica. Per “una musica” proponiamo questo brano scritto da Luca Barbarossa nel 2003. Non c’è figlio che non sia mio figlio né ferita di cui non sento il dolore non c’è terra che non sia la mia terra non c’é vita che non meriti amore mi commuovono ancora i sorrisi e le stelle nelle notti d’estate i silenzi della gente che parte e tutte queste strade fa che non sia soltanto mia quest’illusione fa che non sia una follia credere ancora nelle persone luce ,luce dei miei occhi dove sei finita lascia che ti guardi dolce margherita prendi la tua…

  • Documenti,  Fondazione Martini,  Riflessioni

    Terrorismo ritorsione…

    Terrorismo, ritorsione, legittima difesa, guerra e pace. Carlo Maria Martini scriveva… “I temi del mio discorso, indicati nel titolo, hanno accompagnato da sempre l’umanità, da quando Caino alzò la mano proditoriamente su Abele e lo uccise (Gen 4,8) e da quando Dio dichiarò: “Però chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte” (Gen 4,15), fino alla parola di Gesù: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” (Gv 14,27). Ma in questi mesi, a partire dall’11 settembre, tali temi sono ritornati di bruciante attualità”. Con queste parole il Cardinale Martini, a meno di tre mesi dall’attentato alle Torri Gemelle, apriva il 6 dicembre 2001 il suo discorso alla città…

  • Documenti,  Gesuiti,  Riflessioni,  Santa Sede

    Un nome e un volto

    Al Jesuit Refugee Service il Pontefice ricorda la necessità di difendere i diritti dei profughi. Dietro ciascuno dei sessanta milioni di rifugiati sparsi nel mondo — la cifra più alta dalla seconda Guerra mondiale — ci sono «un nome, un volto, una storia». Lo ha ricordato Papa Francesco ai membri del Jesuit Refugee Service, ricevuti in udienza sabato mattina, 14 novembre, nella Sala Clementina, in occasione del trentacinquesimo anniversario di fondazione. Nel raccomandare fedeltà all’ideale di padre Arrupe, che nel 1980 diede vita alla struttura di accoglienza, il Pontefice ha riproposto i «tre punti fondamentali della vostra missione: accompagnare, servire, difendere i diritti dei rifugiati». In particolare Francesco ha posto…

  • Quaresima,  Riflessioni

    Digiuno dall’ingiustizia

    «Usare Dio per coprire l’ingiustizia è un peccato gravissimo». Il severo monito contro le iniquità sociali, soprattutto quelle provocate da quanti sfruttano i lavoratori, è stato pronunciato da Papa Francesco durante la messa celebrata venerdì mattina, 20 febbraio, nella cappella di Santa Marta. Il Pontefice ha preso spunto dalla preghiera con cui all’inizio del rito è stata elevata al Signore la richiesta «di accompagnarci in questo cammino quaresimale, perché l’osservanza esteriore corrisponda a un profondo rinnovamento dello Spirito». Cioè, ha chiarito, affinché «quello che noi facciamo esteriormente abbia una corrispondenza, abbia frutti nello Spirito»: insomma, «che quella osservanza esteriore non sia una formalità». Per rendere più concreta la sua riflessione,…

  • L'Osservatore Romano,  Riflessioni

    Attesa e speranza

    I cristiani sono chiamati a essere uomini e donne di speranza, uniti dalla certezza di un Dio che non abbandona. Lo ha ricordato Papa Francesco nel corso della messa celebrata a Santa Marta. Commentando la liturgia del giorno e il Vangelo di Luca (12, 35-38) nel quale Gesù invita i suoi discepoli a essere come i servi che attendono vigili il ritorno del padrone dalle nozze, il Pontefice ha chiesto: «Ma chi è questo signore, questo padrone, che viene da quella festa di nozze, che viene a notte alta?». La risposta viene dallo stesso Gesù: «Sono io che sono venuto a servirti, a stringermi le vesti, a farvi mettere a…

  • Riflessioni

    La pietra e i mattoni

    È lo Spirito Santo che fa la Chiesa e cementa la sua unità avendo per base la pietra angolare che è Gesù. Per orientarci a collaborare a questa costruzione, noi abbiamo tra le mani una «piantina» che si chiama speranza. Con un’avvertenza: per essere forti bisogna essere deboli. Sono i suggerimenti spirituali di san Paolo, rilanciati da Papa Francesco nella messa celebrata venerdì mattina, 24 ottobre, nella cappella della Casa Santa Marta. È «solo», ha fatto subito notare il Papa, «la parola più ripetuta dall’apostolo Paolo in questo brano della Lettera agli Efesini» (4, 1-6) proposto dalla liturgia. Vi si legge infatti: «Un solo Signore; una sola fede; un solo…

  • L'Osservatore Romano,  Riflessioni

    Orizzonte infinito

    L’«esperienza mistica» che Paolo fa di Gesù ci ricorda che non si può essere cristiani da soli, amando Dio e il prossimo «senza la forza e la grazia dello Spirito Santo». Ed è proprio l’esperienza dell’apostolo che Papa Francesco ha riproposto, rilanciandone l’attualità spirituale come preghiera di adorazione e di lode, nella messa celebrata giovedì mattina, 23 ottobre, a Santa Marta. «Paolo ha un’esperienza di Gesù Cristo, un’esperienza del Signore, che lo ha portato a lasciare tutto» fino a dire «tutto ho lasciato perdere, e considero spazzatura, per guadagnare Cristo ed essere trovato in Lui». Difatti egli «aveva visto Cristo, aveva conosciuto Cristo, era innamorato di Cristo». E «va avanti…

  • Cultura,  L'Osservatore Romano,  Riflessioni

    Con la croce il libro e l’aratro

    · Cinquant’anni fa il breve «Pacis nuntius» · ” Se nel 1947 – scrive Mariano Dell’Omo – anno quattordici volte centenario della morte di san Benedetto, non erano ancora maturi i tempi per una sua proclamazione a patrono dell’Europa, le cui macerie materiali e ancor più morali e spirituali giacevano ancora in tutta la loro drammatica visibilità dal Mediterraneo agli Urali, nel 1964 il carisma benedettino poté finalmente essere riconosciuto nel suo ruolo, storicamente così evidente, di fondazione e guida per l’intera Europa” . Quest’anno Montecassino ricorda il cinquantesimo anniversario del Breve Pacis Nuntius, datato 24 ottobre 1964, con cui Paolo VI proclamava ufficialmente san Benedetto patrono d’Europa. Per l’occasione…

  • L'Osservatore Romano,  Riflessioni

    Le medaglie dell’anima

    «Il bene si fa, ma non si dice. E certe medaglie si appendono all’anima, non alla giacca». Il grande campione di ciclismo Gino Bartali non aveva dubbi su quali trofei vantare. Quelli conquistati tagliando per primo il traguardo lungo strade polverose senz’altro. Ma forse non era a questi a cui teneva di più. I più cari probabilmente erano quelli che per decenni ha custodito gelosamente nel cuore: le tante persone — uomini, donne, bambini, anziani — salvati grazie anche alla sua coraggiosa opera dalla persecuzione antiebraica dei nazifascisti. Opera di salvataggio raccontata, insieme ad altre analoghe, nel documentario My Italian Secret. The Forgotten Heroes («Il mio segreto italiano. Gli eroi…