La Via

La Via 5 maggio

ELEMOSINARE AMORE      (Gv 15,9-17).

Viviamo elemosinando amore anche se non siamo disposti ad ammetterlo e a volte non ce ne rendiamo conto.

Non possiamo ammetterlo perché ci sembra un’offesa a noi stessi ed una condizione troppo umiliante.

Ma anche perché viviamo in una cultura che predica l’amore e il rispetto per la propria persona fino al punto da giustificare l’individualismo.

Probabilmente l’espressione “elemosinare amore” è troppo forte e rischia di essere fraintesa perché pensiamo all’amore solo nella relazione di coppia mentre si tratta di una realtà ben più grande.

Cerchiamo amore anche all’interno della nostra comunità, anche quando facciamo una scelta o progettiamo qualcosa.

Essere amati significa infatti sentire il nostro cuore colmo di gioia ed è questa la nostra segreta speranza.

Dimorare nel cuore di qualcuno, essere apprezzati e stimati per quello che si è in profondità, non per quello che si appare o si costruisce, essere preziosi nella memoria di qualcuno, essere avvolti da una tenerezza che fa dimenticare il dolore, questo, in fondo, è il nostro desiderio più grande.

Dio conosce profondamente questo nostro cuore così bisognoso; Gesù sa bene ciò che ci portiamo dentro e per questo disse “rimanete nel mio amore”.

E l’amore di Dio c’è già, ci circonda, ne siamo immersi.

Eppure spesso non lo percepiamo.

È come se ci fossero chiusure e indurimenti che rendono questo ancora una morta cronaca, una retorica vuota di contenuto.

Forse non ci convince l’idea che l’amore del Signore sia senza condizioni, abituati come siamo a pagare un prezzo per qualsiasi cosa.

Eppure è così: Dio non ci ama perché siamo amabili ma amandoci ci rende amabili e capaci di superare la parte oscura che abita nel profondo di ciascuno di noi.

Se proprio è il caso di smetterla di elemosinare amore bisognerebbe farlo proprio a partire da questa certezza: c’è un Padre che ci ama.

Don Umberto