La Via

La Via domenica 3 marzo

pdf50IL TEMPO STRINGE   (Lc 13, 1-9).

È un episodio curioso quello del Vangelo di oggi.

Gesù commenta due fatti di cronaca, forse per la prima ed unica volta.

Si tratta di due fatti negativi: un gesto increscioso che parla di Pilato e una disgrazia su un luogo di lavoro.

Anche Gesù ha avuto a che fare con la cronaca del suo tempo e interpretandola ci ha aiutato offrendoci un modo di stare di fronte a certe notizie.

Prima però bisognerebbe chiedersi: come leggo o ascolto la cronaca?

A volte c’è un atteggiamento morboso, una curiosità malsana che è peccato perché dice che il nostro cuore è vuoto.

Altre volte c’è indifferenza, come se a certe informazioni ci avessimo fatto l’abitudine: le sentiamo ma è come se non le ascoltassimo.

Altre volte ancora ci lasciamo andare a considerazioni catastrofiche sul male nella società: “il mondo è impazzito e va a rotoli! Cosa sta succedendo?”

Gesù, una volta udite le notizie riferitegli, le interpretò come segnali e appelli alla conversione.

È come se ogni notizia di cronaca ci riguardasse e ci facesse chiedere: “cosa faccio io di bene di fronte a questo male che dilaga? Come posso convertirmi?

In che maniera questi sentimenti sono presenti anche in me?”

Sono domande necessarie perché noi non abbiamo a disposizione tutto il tempo che vogliamo.

Anzi, ogni notizia è anche un’occasione per riflettere sul tempo che ci resta.

Dio ce lo dà, ce lo regala, affinché noi possiamo farlo fruttare.

Questo è il senso della parabola del fico che Gesù racconta quasi come chiosa ai due fatti di cronaca.

La pazienza di Dio è grande, ma ha un limite. Non procrastina all’infinito le nostre responsabilità.

La folgorante frase del Maestro “se non vi convertite perirete tutti allo stesso modo” è a questo riferita.

Non si tratta però della qualità fisica ed esteriore della morte, ma della sua qualità spirituale; senza conversione la morte, la disgrazia, il lutto e la cronaca che di queste cose racconta, sono destinate a rimanere cose incomprensibili, lontane o angoscianti.

La nostra Quaresima sia tempo di conversione, in opere e in pensieri,perché possiamo anche noi portare frutto per l’avvenire.

Don Umberto