Corsi Biblici,  Gerusalemme giovani

Gerusalemme giovani

IL VIAGGIO DI MARIA DA ELISABETTA

“L’uomo non è padrone della sua via,
non è in potere di chi cammina dirigere i propri passi”
(Ger 10, 23)
Testo Lc 1, 36-43
• Dalla partenza dell’Angelo Maria non pronuncia più nessuna parola. È la Parola di Dio a risuonare in lei, ma non le sue parole. Perché le nostre parole sono sempre insufficienti, quasi inadatte a dire le cose più vere. Ma anche perché è la sua carne ad essere Parola.
Comincerà a parlare solo per lodare Dio, per ringraziare. Non certo per spiegare quanto è successo.
È un viaggio di solitudine. Come i viaggi interiori e personali.
• Il viaggio inizia con la decisione di alzarsi da parte di Maria.
Si era seduta?
È il verbo della resurrezione. Quanto c’era prima era stato come una morte: morte dei suoi progetti, dei suoi sogni.
È un viaggio che dice la capacità di risollevarsi.
Cosa ci aiuta a risorgere? E cosa invece ci fa sedere?
• Le fatiche di questo viaggio erano davvero tante: 150 Km, tra le montagne, simbolo delle paure.
È un viaggio di solidarietà, per soccorrere l’anziana zia in difficoltà. Dice S. Ambrogio: “Maria si avviò in fretta verso la montagna perché era lieta della promessa, con lo slancio che le veniva dall’intima gioia. La grazia dello Spirito Santo, infatti,non comporta lentezze”.
Alla radice di questo viaggio c’è la capacità di non guardare più ciò che si è perduto, ma ciò che è stato trovato e ricevuto.
• La gravidanza di Elisabetta era per Maria era un segno della verità dell’annuncio da lei stessa ricevuto.
Questo viaggio ha anche il carattere del discernimento, della ricerca che ciò che è accaduto sia segno di Dio nella sua vita.
Contro il rischio di lasciar scivolare via le esperienze spirituali che si vivono e le grazie che si ricevono.
• L’incontro tra le due donne è un trionfo della vita attraverso la loro maternità.
Ma si tratta anche del modello di ogni incontro umano profondo: in ogni incontro si tratta di scoprire nell’altro il mistero di Cristo perché ognuno porta Cristo in sé.
Gesù è assente, ma di fatto orienta e determina questa relazione.

[wpdm_file id=52]