Anno pastorale 2020-2021,  Avvento

Plasmati

Prima settimana di Avvento 2020.

Signore, tu sei il nostro padre; noi siamo argilla e tu colui che ci plasma, tutti noi siamo opera delle tue mani.

E allora il “plasmare” di Dio significa sentire il calore delle sue mani, sentirci e riconoscerci con Lui un’autentica opera d’arte, preziosa ed unica ai suoi occhi: “plasmati”, appunto.
Significa «sentirci e riconoscerci» figli che non è mai cosa semplice, ma chiede un percorso, un tempo e un continuo e reciproco mettersi in gioco
“Tu Signore, sei nostro Padre, da sempre ti chiami nostro redentore.
Perché Signore, ci lasci vagare lontano …”.

E il tono con cui Isaia parla al cuore dell’uomo è sempre delicato ed energico, è il tono della riconoscenza, è il tono di chi ci fa passare dalla consapevolezza del sapere (Tu, Signore sei nostro Padre) alla commozione del sentirci autenticamente figli, opera delle sue mani. Il vasaio quando
plasma con il tornio la sua opera, indubbiamente ricorre alla sua energia ma senza la delicatezza del plasmare e senza il calore delle sue mani, nulla prenderebbe forma. E allora il plasmare non può che risuonare come un invito a sentire il calore delle mani di chi ci ama, di chi ci accompagna nei nostri sentieri, da chi da sempre ci ha desiderato.

Il commento del vescovo Adriano al brano del profeta Isaia

“PLASMARE” con Cristina Costanzo – AVVENTO 2020