Omelie

Omelia 6 gennaio

Una stella ha guidato i Magi fino a Betlemme perché là scoprissero “il re dei Giudei che è nato” e lo adorassero.

Matteo aggiunge nel suo Vangelo: “Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono”.

Il viaggio dall’Oriente, la ricerca, la stella apparsa ai Magi, la vista del Salvatore e la sua adorazione costituiscono le tappe che i popoli e gli individui dovevano percorrere nel loro andare incontro al Salvatore del mondo. La luce e il suo richiamo non sono cose passate, poiché ad esse si richiama la storia della fede di ognuno di noi.

L’Adorazione dei Magi è un affresco di Giotto compreso nelle Storie di Gesù del ciclo della Cappella degli Scrovegni di Padova. Su uno sfondo roccioso, Maria con una veste rossa orlata d’oro e un manto blu, offre il Bambino all’adorazione dei Magi che sono inaspettatamente ritratti con l’aureola. Il più anziano, in ginocchio, depone la corona a terra e dona un reliquiario d’oro. Il più giovane solleva il coperchio di una coppa colma di mirra, mentre l’altro re porta in dono un corno pieno di incenso. Tutti i personaggi e i due cammelli dagli occhi azzurri sono dipinti con spiccato naturalismo. Giotto, che nel 1301 avrebbe assistito al passaggio della cometa di Halley, è il primo pittore che raffigura con realismo quasi scientifico una cometa. Come si nota, la stella di Betlemme non viene riprodotta come una cometa stilizzata e immaginaria ma come una sfavillante scia di luce molto ben definita e con la coda leggermente rivolta verso l’alto, come astronomicamente accade.
Padova, Cappella degli Scrovegni, “Adorazione dei Magi” (datazione 1303-1305), affresco di Giotto di Bondone (Colle di Vespignano, 1267 circa – Firenze, 8 gennaio 1337)

Omelia di don Umberto.