Anno pastorale 2017 2018,  Gruppi

Operatori battesimali

Tu sei il Figlio Mio, l’Amato – Tempo d’inizio – Testimonianza, a cura di Erika Negroni.

C’è chi apre con gioia la porta della propria casa e fa spazio sul divano tra giocattoli e capricci dei propri piccoli o attorno alla propria tavola; chi entra nella casa del nuovo nato in punta di piedi, per non svegliarlo e soprattutto non essere invadente. Sono gli operatori battesimali, i membri dell’equipe battesimale che guidata dal parroco don Umberto Ciullo in questo mese “festeggiano” il primo anno di operato nella comunità pastorale di Santa Teresa Benedetta della Croce a Roveleto, due coppie di sposi con figli e due catechiste che portano il Vangelo non solo con l’annuncio ma anche con l’incontro e l’accoglienza. Sono Davide Narcisi, esperto di computer sposato con Adrianna Lorenc e padre del piccolo Michele, Evandro Mancin impegnato nell’impresa edile di famiglia e sposato con due figlie, MariaElisa Ghedini insegnante di religione e Daniela Bonomini sposata e attualmente casalinga.
Accogliere. “Noi accogliamo proprio perché invitiamo tutti a casa nostra – così Davide Narcisi racconta la sua esperienza di operatore della battesimale vissuta insieme alla moglie Adrianna Lorenc -. Durante il primo incontro rendiamo loro partecipi di una comunità che a sua volta li accoglie, una comunità che é pronta ad accogliere loro figlio come nuovo figlio di Dio”. Gli operatori battesimali sono infatti semplici portatori di un annuncio, mai fatto a titolo personale ma a nome dell’intera comunità cristiana. “Tutti si professano credenti ma non praticanti – ha proseguito Narcisi – allora li aiutiamo a riflettere su cosa non praticano: non amano? O forse solo non praticano la santa messa e la preghiera? Di solito la risposta è proprio quest’ultima. Nella loro poca fede celata dal tradizionalismo del battesimo, nella loro scarsa conoscenza del sacramento li aiutiamo a scoprire loro stessi praticanti l’Amore nonostante non se ne siano mai resi conto e, talvolta, se ne vergognino anche un po’ di scoprirsi in questo Amore”. Un accoglienza che permea il primo incontro con la coppia che chiede il sacramento: un tempo sereno di narrazione in cui la coppia può scorgere le orme di Dio celate in scelte,pensieri e gesti vissuti col nuovo nato.
Non giudicare. “Prima di buttarti in questa pastorale hai tanti dubbi – ha raccontato Evandro Mancin -. Come rapportarsi con conviventi, sposati solo civilmente, non credenti? Poi quando incontri le coppie ti accorgi che le categorie non esistono, di fronte a te vi sono solo un uomo, una donna e il frutto del loro amore”. Nessun giudizio, tanto è vero che spesso la natura della relazione che lega la coppia la si scopre solo al primo incontro: “il nostro compito è quello di valorizzare con la coppia la loro scelta di battezzare il figlio, la volontà che li ha portati alla decisione di scegliere il battesimo, puntando sul valore che ha per la loro creatura il sacramento e la responsabilità che hanno come genitori”., ha aggiunto l’operatore battesimale. All’accoglienza seguono sempre uno o due incontri per addentrarsi nel rito battesimale, comprenderlo, per poi vivere la celebrazione con maggiore consapevolezza.
Donare e ricevere “Preparare un battesimo non è solo un servizio per gli altri ma è un dono per noi, perché ricevi l’eccedenza di vita che c’è, e continua ad esserci, nonostante questo mondo vada un po’ a rotoli. C’è qualcosa di più grande di noi che guida la vita”, ha aggiunto MariaElisa Ghedini. “Accompagnare i genitori nel percorso verso la scoperta dei doni battesimali è sempre un dono prezioso anche per noi operatori – le fa eco Daniela Bonomini -; porto nel cuore, in particolare, la commozione e il coinvolgimento di una mamma che si trova in una situazione difficile e che anche se lontana, ha ascoltato col cuore e accolto i doni del battesimo per il suo bambino. È stata per noi una sorpresa dello Spirito”.
Erika Negroni