La Via

La Via 10 dicembre

 LA POESIA E IL DRAMMA  (Mc 1,1-8). 

Due voci gridano nel deserto a distanza di secoli.

Voci diverse eppure appartenenti allo stesso mondo.

La voce della poesia e la voce del dramma.

La prima è quella del profeta Isaia, la seconda quella di Giovanni Battista.

Il mondo che le accomuna è il deserto.

Isaia è la voce del cuore perché parla di tenerezza e usa immagini poetiche la cui dolcezza scende nel profondo dell’anima.

Giovanni il Battista ha parole di fuoco che scuotono ogni torpore.

Entrambe li abbiamo ascoltati nelle letture di oggi.

Ma entrambe queste voci, la poesia e il dramma, le sentiamo risuonare ogni giorno nella nostra vita.

La poesia quando lo scorrere del tempo ci regala attimi di felicità e consolazione, preziosi doni di Dio.

Il dramma quando le cose si complicano e ci fanno soffrire; accadimenti inaspettati e spiacevoli che generano tristezza e inquietudine.

Dio non è assente neppure in questi frangenti.

La poesia e il dramma vanno insieme e la liturgia di oggi che accosta Isaia al Battista ce lo insegna con il suo linguaggio rituale e simbolico.

Le due voci parlano del venire di Dio, passione nella voce di Giovanni, miele nella voce di Isaia.

E ci dicono che anche in questo nostro Avvento Dio si si farà vicino in entrambi i modi.

Vorremmo certamente solo Isaia; vorremmo essere accuditi, protetti, consolati da Dio.

Non vorremmo Giovanni; non vorremmo una voce che ci fa male, che ci manda in crisi e ci rimette in gioco.

Lasciamo a Dio la scelta, Egli sa ciò di cui abbiamo bisogno.

Per ciò che dipende da noi, attendiamo.

Attendere è amare.

E per Dio vale la stessa cosa che per le persone che amiamo veramente: non prendiamo di esse solo ciò che ci piace.

Prendiamo e riceviamo tutto.

Del venire di Dio nella nostra vita non ascoltiamo solo la tenerezza di Isaia, ma anche la durezza del Battista.

E così sia.

Don Umberto