La Via

La Via 18 giugno

IO TI FACCIO VIVERE _ (Gv 6,51-58)_

Nel Vangelo di oggi c’è una parola che scorre sotto tutte le altre: è la parola VITA.
Essa costituisce la nervatura nascosta di quel discorso che Gesù fece dopo il miracolo della moltiplicazione dei pani.
Essa fu l’assetto della missione di Gesù: diffondere vita, dare la vita.
È per questo che Gesù identifica se stesso con il pane. Perché è come se ci dicesse: “io ti farò vivere”.
Ci vuole coraggio e sicurezza per dire una cosa simile.
Ci vuole una forza interiore straordinaria.
Il convincimento di Gesù è quello di poter offrire qualcosa che noi prima non avevamo: un incremento, un accrescimento, una intensificazione i vita per tutti coloro che fanno di lui il loro pane quotidiano.
E Cristo diventa nostro pane quando prendiamo la sua vita, una vita bella, come misura e lievito della nostra.
Quando la nostra umanità si lascia fecondare dalla sua.
Allora anche noi possiamo diventare pane buono per le altre persone;
anche noi possiamo far vivere gli altri anziché farli morire.
Per far morire gli altri esistono molti modi: riempirli delle nostre lamentele e delle nostre parole cattive; ignorarli
o umiliarli; prevaricare con i nostri interessi e i nostri punti di vista.
Sarebbe opportuno perciò, ogni tanto , chiederci se stiamo generando vita intorno a noi.
Domandarci chi stiamo facendo vivere con le nostre parole e i nostri gesti.
La straordinarietà di Gesù, ciò che noi non finiamo mai di contemplare è il fatto che lui abbia fatto vivere coloro che invece lo stanno facendo morire.
Il racconto dell’ultima cena infatti inizia con quelle parole da brivido: ”la notte in cui veniva tradito”.
Quando stava per subire il peggiore dei mali Gesù semina vita intorno a sé.
Non quando tutto fila liscio, non quando le cose girano a mille. Ma quando tutti lo abbandonano, quando si fa terra bruciata d’intorno, proprio allora Gesù ama con tutte le forze.
È il punto culminante della sua vita.
È la forza d’attrazione del cristianesimo.
Follia per molti.
Ma per coloro che lo capiscono sorgente di vita nuova.

Don Umberto