La Via

La Via 1 dicembre

NOTTE (Mt 24,37-44).

Ogni anno, puntualmente, all’inizio dell’Avvento ritorna questa immagine della notte come simbolo all’interno del quale collocarsi per vivere questo tempo.
Nel gergo corrente dire “è notte fonda” è come dire che siamo in difficoltà, senza capire bene cosa fare.
Nella Bibbia invece si parla spesso di questa atmosfera notturna nella quale accadono eventi importanti:
di notte si apre il Mar Rosso affinchè Israele lo attraversi;
Di notte lo sposo del Cantico va a bussare alla porta dell’amata; di notte il nemico semina zizzania in mezzo al grano buono.
Da qui inizia l’invito a vigilare: occorre infatti non perdere contatto con questi eventi e non lasciarsi sfuggire il passaggio eventuale del Signore.
La vigilanza oggi è spesso intesa in senso esteriore.
Vigilanza coincide con sorveglianza affinchè non accadano episodi spiacevoli.
Sarebbe, in fondo, un modo di garantire la sicurezza.
La vigilanza in termini spirituali riguarda invece cò che accade dentro di noi: quando non siamo consapevoli di ciò che accade dentro di noi diventiamo come navi senza timone nel mare in tempesta.
Si fa sempre molta fatica a guardarsi dentro.
Alcuni ne hanno paura; altri non sanno da dove cominciare; altri ancora vivono all’insegna della superficialità.
Probabilmente sono i più.
Non a caso, nel Vangelo di oggi, Gesù fa il paragone con la generazione del tempo di Noè.
Quella generazione è simbolo delle generazioni di ogni tempo che finiscono nei guai non per immobilità ma per un atteggiamento di superficialità di fronte alla vita.
È vero che abbiamo bisogno di non appesantire la nostra esistenza già gravata da fatiche, lutti, incomprensioni e problemi.
Ma davvero la vita migliora se uno non approfondisce quello che prova?
Davvero il presente diventa più sopportabile se uno fantastica su un futuro diverso?
Io non ne sono così convinto.
Nemmeno il Vangelo lo è.
Vigilare su se stesso, scrutare i movimenti dello Spirito dentro di noi è come andare alla ricerca di quel luogo interiore in cui le acque sono calme.
Quel luogo esiste.
Ed è la dimora di Dio in noi.

Don Umberto