La Via

La Via 20 settembre

 DIO ASSUME

(Mt 20,1-16).

Anche la parabola di oggi sottolinea quanto, nella visione evangelica, non sia il merito ad identificare una persona ma il bisogno.

Quel che viene raccontato, come in altri casi, contraddice il nostro normale modo di pensare.

Nessuno riterrebbe giusto che vengano pagati allo stesso modo degli operai che hanno lavorato con tempistiche differenti.

Gli ultimi operai, appunto, non si meritano lo stesso stipendio dei primi.

Ma di cosa hanno bisogno?

È questo ciò che guarda Dio che è rappresentato, ovviamente, dal padrone della vigna.

Prevale quindi una logica della solidarietà rispetto ad una logica della prestazione.

C’è una sorta di profezia sociale in questa parabola.

C’è il segno di una società solidale così necessaria alla sopravvivenza di tutti ma, al contempo, così utopistica.

Si pensava che la pandemia ci potesse rendere più vicini gli uni agli altri.

Probabilmente ci ha allontanato.

Ha comportato l’arricchimento di pochi, sempre più ricchi e l’impoverimento di tanti.

Il mutamento sociale è stato, finora, solo quello dovuto a comportamenti corretti, ma non certo ad una immagine di mondo più giusta in cui vivere.

Oltre ad essere una provocazione sociale questa parabola ha anche un valore personale legato al modo con cui Dio guarda ciascuno di noi.

Se gli ultimi operai non avevano trovato chi li assumesse fino al tardo pomeriggio non era certo dovuto alla sfortuna. Magari erano davvero pigri o inaffidabili o incapaci.

Facevano parte di coloro che vengono messi ai margini perché guardati con un occhio giudicante.

Che non è lo sguardo di Dio.

Egli vede ciò che lo sguardo umano non è capace di vedere.

Vede la povertà che c’è in ciascuno di noi, vede le nostre miserie e i nostri limiti non per lasciarci a noi stessi e farci sprofondare, ma per salvarci.

Dio assume.

Cioè si fida.

Non perché Lui abbia bisogno di noi, ma perché siamo noi ad averne bisogno.

Davvero grande è la sua bontà!

Don Umberto