La Via

La Via 13 settembre

 LE ONDE DEL PERDONO

(Mt 18,21-35).

Ricordo che quando ero studente in seminario, il mio professore di Patrologia (è la materia che studia la vita e il pensiero dei padri della chiesa) usava commentare la pagina di vangelo odierna con un racconto tratto dalla vita di un monaco del deserto, uno dei santi della prima era cristiana.

Il monaco si chiamava abbà Mosè.

Gli venne chiesto, un giorno, di partecipare ad una assemblea comunitaria durante la quale un confratello dal pessimo comportamento doveva essere giudicato e condannato.

Abbà Mosè era riluttante a prendere parte a questa assemblea.

Allora decise di andarci portando sulla schiena un cesto di giunchi tutto pieno di buchi, da cui scivolavano fuori rivoli di sabbia.

Gli altri monaci, sorpresi, gli chiesero cosa significasse questo suo gesto.

Ed egli rispose: “i miei peccati scorrono a profusione alle mie spalle e io oggi sono venuto a giudicare i peccati altrui?”

L’esito di quella assemblea fu il perdono.

Esso nasce infatti dalla coscienza di essere noi i primi peccatori.

E dal bisogno continuo di essere perdonati.

Dimenticarsi di tutto ciò vuol dire aprire un’autostrada all’indurimento del cuore, al giudizio, alle tacite condanne degli altri.

A volte ho l’impressione di dimenticare troppo spesso che noi cristiani ogni giorno chiediamo a Dio di perdonarci allo stesso modo in cui noi perdoniamo gli altri.

Lo facciamo nel Padre Nostro.

Diciamo al Signore di usare lo stesso metro che noi usiamo con il prossimo.

Siamo inclini al giudizio? Anche Dio lo sarà con noi.

Abbiamo facilità a criticare e calunniare?

Anche Dio ci criticherà.

Conserviamo rancore?

Anche Dio lo conserverà nei nostri confronti.

Anche se non ce ne accorgiamo, la nostra vita ha costante bisogno di perdono.

La nostra esistenza semplice e piccola propaga delle onde che si diffondono anche oltre i luoghi dove abitiamo e lavoriamo.

Senza che ci pensiamo (ne saremmo se no schiacciati) tante sono le vittime del nostro agire inconsapevole.

Meditarlo ci aiuterebbe forse, a perdonare di più.

Don Umberto