La Via

La Via 14 marzo

UN REGALO NON APERTO

(Gv 3,14-21)

A me capita con i libri.

Mi accade, a volte, di non aprire e quindi di non leggere quelli che mi vengono regalati.

Lo dico con rammarico ma è così.

È come se mi facessero un regalo e io nemmeno lo aprissi.

Magari è accaduto anche a voi: vuoi perché non troviamo il tempo, vuoi perché inconsciamente non ci interessa, il libro resta lì, intoccato.

Anche le letture di oggi parlano di un regalo non aperto.

Questo regalo è la benevolenza di Dio.

Più di altre volte, oggi è necessario muoversi a partire dalla prima lettura.

Ci viene raccontato il motivo dell’esilio del popolo di Israele.

Settant’anni di tristezza e lontananza che sarebbe facile attribuire solo a motivi socio-politici.

La Scrittura però va ben oltre: il popolo andrà in esilio perché aveva trascurato la benevolenza di Dio e si era così allontanato da Lui.

Poté ritornare alla propria terra allorché quella stessa benevolenza mosse il cuore di Ciro, re di Persia, che concesse la libertà.

La benevolenza di Dio, la sua bontà provvidente, orienta e illumina la storia singola di ciascuno di noi.

Per questo Gesù, nel Vangelo, mentre discorre con Nicodemo proclama la forza dell’amore di Dio che manda il Figlio suo per la salvezza.

A dirla così sembra la classica retorica cristiana da predicozzo.

In realtà penso che questo sia “ il problema” della nostra vita.

L’amore di Dio, la Sua benevolenza, non si impongono con la forza. Altrimenti non sarebbe amore.

Possiamo solo fidarci e dar loro credito.

Se smettiamo di farlo, non ne percepiamo nemmeno la realtà e i benefici.

Se smettiamo di credere alla benevolenza del Signore la vita diventa un perenne campo di battaglia, una sfida continua di sopravvivenza, una litania di lamenti e recriminazioni.

Ci si allontana da Dio nell’anima pur compiendo gesti religiosi, quasi senza rendersene conto.

“Tornate a me!” dice il Signore.

L’invito della Quaresima si fa più forte che mai!

            Don Umberto