La Via

La Via 27 marzo

CON GLI OCCHI DEL PADRE.
(Lc 15,1-3.11-32).

Quando ci si trova davanti alla parabola del padre misericordioso il rischio è quello di dare tutto per scontato.
Troppo nota la vicenda per trovarci qualche messaggio nuovo che attivi il nostro pensiero.
Dobbiamo sinceramente dire che quando una cosa è importante è comunque buona cosa sentirsela ripetere più volte, e certamente lo è la misericordia.
Ci necessita tornare continuamente a meditare il perdono di Dio per apprendere come perdonarci tra noi.
Altrettanto sinceramente però ci chiediamo se le letture oggi non ci suggeriscano una interpretazione particolare della parabola in questione.
Ed è effettivamente così.
La prima lettura narra il ritorno dei figli di Giacobbe (Israele) nella loro terra.
Dopo quattro secoli di permanenza in Egitto, come se fosse un esilio, possono finalmente far ritorno a casa.
È finita la schiavitù e sperimentano la vera libertà.
Ma non solo: nella terra potranno mangiare i frutti che il suolo offrirà loro grazie a quanto sapranno farlo fruttare.
Non è più la manna dal cielo a nutrirli, ma il loro lavoro.
Finisce uno stile da servi (seppure vissuto nella fede) e inizia uno stile da figli responsabili.
Gli agganci alla parabola del padre misericordioso sono a questo punto evidenti: anche il figlio ritorna nella sua casa dopo un esilio scambiato per libertà; anche lui smette di vivere da servo per iniziare a vivere da figlio amato e responsabile.
Ha però un fratello maggiore che non accetta tutto questo: egli è rimasto nella casa, ma vi è rimasto come un servo.
Il suo cuore obbediva in attesa di una riconoscenza; non conosceva a fondo il cuore del padre e di conseguenza la vera realtà del suo fratello minore.
Il servilismo religioso infatti acceca.
Si può persino vivere per anni e anni gli uni accanto agli altri senza capire i nostri reciproci sentimenti e quindi senza condividerli.
La distanza profonda che minaccia i nostri rapporti, anche quelli più cari, può essere superata solo con una conversione del cuore.
Una conversione ai sentimenti del Padre che è nei cieli.

Don Umberto