La Via

La Via 30 ottobre

 

 

ANCORA UN PUBBLICANO   (Lc 19,1-10).

  

A fronte di un pubblicano che si tiene nascosto in fondo al tempio (domenica scorsa) oggi ne abbiamo un altro che si  espone alla vista di tutti salendo su un albero per vedere Gesù che passava.

Due atteggiamenti opposti; quasi a dirci che non esiste un modo prestabilito per incontrare il Signore.

Egli ci viene incontro nella nostra umiltà, nel nostro riserbo, nella nostra timidezza; ma lo fa anche di fronte alla nostra intraprendenza.

Non è questione di carattere: Dio è per tutti, alla portata di tutti.

Ovviamente però oggi è sulla intraprendenza di Zaccheo che dobbiamo porre la nostra attenzione.

Egli mette in pratica la parola del Vangelo che dice “cercate e troverete”.

Fa tutto di fretta.

A quanto pare non è sempre vero che la fretta sia un cattiva consigliera.

Sale su quel sicomoro con gesto deciso, quasi istintivo: anche le decisioni prese d’istinto si rivelano essere decisioni giuste e non sempre azzardate.

Probabilmente aveva bisogno di un gesto così; qualcosa ribolliva dentro di lui.

Non una semplice curiosità (per un motivo simile  non ci si compromette mai più di tanto), ma un desiderio di qualcosa di più grande.

È l’affrettarsi di Zaccheo, infatti, a palesare i veri desideri del suo cuore: era come se per la prima volta egli chiamasse per nome la sua situazione e, raccogliendo tutta la sua energia, dicesse a se stesso quale prezzo era disposto a pagare pur di non tornare indietro.

Stanco di essere l’oggetto dell’odio altrui; saturo dei pettegolezzi dei benpensanti, sale su quell’albero per dire basta.

Non vuole fare la vittima; non vuole piangersi addosso; vuole vivere.

Su quel sicomoro Zaccheo è seduto a dirci che certi snodi si superano solo accettando di mutare prospettiva.

Viva la sua intraprendenza!

Benedetto il suo cercare.

 

Don Umberto