La Via

La Via 20 novembre

L’ONNIPOTENZA DELL’AMORE. (Lc 23,35-43).

La Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo corona l’anno liturgico.

Indubbiamente la regalità di Cristo è completamente diversa e paradossale: Egli è senza potere e senza gloria, è sulla croce dove appare più un vinto che un vincitore.

Questo perché la grandezza del suo regno non è la potenza secondo il mondo ma l’amore di Dio.

In nome di questo amore e per questo amore il Signore ha provato la nostra condizione: ha vissuto e sopportato l’infamia, il tradimento, la solitudine.

Così si è fatto strada nei cuori delle persone; non ci ha conquistato con la forza e non ha violato la nostra libertà.

Egli si è riservato però l’ultima parola sulla nostra vita, che è parola di salvezza.

L’episodio di cui parla oggi il Vangelo ce lo mostra chiaramente.

Sulla vita di quel delinquente che era crocifisso di fianco a Gesù l’ultima parola era già stata pronunciata.

L’avevano fatto gli uomini condannandolo.

Non vi era altra possibilità: la sua sbagliata esistenza si stava chiudendo nel modo più infame possibile.

Ma Gesù pronuncia su di lui un’altra parola, una parola diversa, una parola che sovverte la sorte della sua vita e che si distacca da tutto quello pronunciato su di lui.

Dovremmo sempre pensarla questa bella verità: le persone pronunciano su di noi continuamente le loro parole: chi di lode, chi di critica, chi di antipatia.

La parola vera è quella che Gesù pronuncia su di noi.

È la parola di Dio che si fonda su una memoria che non registra il male fatto, non ha memoria del peccato, ne di noi, di ciascuno di noi, suoi figli amati.

Questo è lo stile di un Re.

Questa la sua più autentica prerogativa: potere e volere salvare gli altri e non se stesso.

Facciamo nostro questo stile.

Don Umberto