Anno pastorale 2020-2021,  Avvento

Nell’abbraccio che libera

Terza settimana di Avvento 2020.

L’abbraccio non solo ci rende unici, ma non ci fa sentire soli.

Molto bella è la favola di David Grossman “L’abbraccio” dove, dopo un dialogo intenso tra un bambino e la sua mamma circa la differenza tra solitudine e unicità, si giunge a questa commovente conclusione.

Allora di ogni persona ce n’è solo una al mondo? – domandò Ben. – Sì, ce n’è solo una-, disse la mamma. -E perciò sono tutti soli? -Sono un po’ soli ma sono anche un po’ insieme. Sono sia l’uno sia l’altro. -Ma com’è possibile? -Ecco, prendi te per esempio. Tu sei unico-, spiegò la mamma, -e anch’io sono unica, ma se ti abbraccio non sei più solo e nemmeno io sono più sola.

-Allora abbracciami-, disse Ben stringendosi alla mamma. Lei lo tenne stretto a sé. Sentiva il cuore di Ben che batteva. Anche Ben sentiva il cuore della mamma e l’abbracciò forte forte. Adesso non sono solo-, pensò mentre l’abbracciava, – adesso non sono solo. Adesso non sono solo. -Vedi-, gli sussurrò mamma, -proprio per questo hanno inventato ‘abbraccio.

E anche qui l’invito profondo del nostro percorso di avvento è quello di sentirci abbracciati, di sentirsi e riconoscersi in un abbraccio. E qui l’azzardo è davvero tanto perché l’abbraccio è un osare: osa chi apre le braccia nel protendersi verso l’altro, ma osa anche chi si lascia andare in quell’ abbraccio. L’abbraccio non è per tutti, ma è solo per chi si ama, per chi si porta nel cuore, è una reciproca condivisone del vivere, nell’abbraccio non porti che te e la reciprocità di un affidarsi. L’abbraccio viene dopo lo Sguardo, dopo la parola, è la risposta del cuore … l’unica in grado di sospendere la parola e lo sguardo perché tutto è all’unisono. L’azzardo di Dio per l’uomo è il fare vivere tutti noi in quell’abbraccio.

“GIOISCO PIENAMENTE NEL SIGNORE” – Il commento del vescovo Adriano al brano del profeta Isaia

“NELL’ABBRACCIO CHE LIBERA” – Caritas – AVVENTO 2020