La Via

La Via 26 aprile

IL PASTORE “BELLO”   (Gv 10,11-18).download50

Di solito, con riferimento a questo testo di Giovanni, si parla del buon pastore.
Ma nel testo greco c’è l’aggettivo kalos, che vuol dire bello. Si dovrebbe quindi parlare del pastore bello.
Perché Gesù applica all’immagine del pastore un aggettivo che solitamente troviamo associato ad altre parole, come amicizia, volto, sorriso, poesia, paesaggio?
Qui la bellezza non viene messa in relazione con l’aspetto esteriore del pastore, ma con il suo modo di comportarsi che si differenzia totalmente da quello degli altri pastori.
Una nota rilevante riguarda il modo con cui il pastore bello entra in rapporto con il suo gregge.
Mentre gli altri pastori vedono il gregge come una massa indifferenziata di pecore su cui esercitano il loro controllo, imperioso e coercitivo, il pastore proposto qui come modello conosce le sue pecore e viene da esse riconosciuto.
A questo modo Gesù ci libera dalle immagini intollerabili di Dio, causa di nevrosi e di ateismo, e al tempo stesso ci libera da quella esperienza di solitudine e di vuoto che ci porta a esprimere talvolta questo lamento: « La mia vita è proprio insignificante: nessuno che si ricordi di me e che mi dimostri un poco di quella amicizia che fa vivere ».
«C’è una presenza tenera e amante che non ti dimentica», ci dice Gesù. «Il tuo nome, Dio lo tiene scritto sul palmo della sua mano ».

C’è una seconda nota che rende bella la figura del pastore: « Io offro la mia vita».
Gli altri pastori si servono delle pecore per vivere, il vero pastore invece è lui che dà la vita per le sue pecore.
Gesù mette l’accento sul dono della vita. Amare, per Gesù, vuol dire dare la vita.
Questo è il modo con cui Dio ci ama.
Non dobbiamo perciò aspettarci da Dio i segni della potenza secondo la logica umana.
Noi Dio lo vorremmo diverso: come dispensatore di miracoli, come operatore di interventi forti e visibili, come signore della storia, da vincitore.
E non nascondiamo la nostra delusione tanto da pensare che se Dio ha creato questo mondo avrebbe molte cose da farsi perdonare.
Perché non mette un po’ di ordine in questo mondo così mal riuscito?
Perché non è capace di convertire i lupi in agnelli o quanto meno di togliere ai primi almeno un po’ della loro spavalda sicurezza e di dare agli agnelli un po’ della forza dei lupi?
Gesù ci risponde:
« Io offro la mia vita.
Questo è il mio modo di amare, il modo di amare di Dio.
Tu soffri? lo vengo e soffro con te.
Ti senti “pietra scartata dai costruttori” di questo mondo i quali amano scartare le pietre inutili?
Io sono pietra scartata come te, accanto a te.
Ciò che posso darti è il mio amore perché tu ti senta
amato e continui ad amare.
La forza è tutta qui. Il vero miracolo è qui.
Perché solo l’amore alla fine vince».

Don Luigi Pozzoli