La Via

La Via 8 marzo

UN DIO LIBERO PER UOMINI LIBERI (Gv 2,13-25).download50
Un’ora dopo avevano già ripreso il loro posto nel tempio.
I venditori e i cambiavalute intendo.
Non so quanto il gesto di Gesù abbia avuto un effetto permanente.
È come quando chiedi il silenzio ad un gruppo di ragazzi: dura pochi minuti e poi tutto riprende da capo.
Gesù non poteva certo cambiare le abitudini del culto e nemmeno bloccare il flusso di una economia ambigua.
Non poteva creare una nuova legge e forse non era nemmeno sua intenzione farlo: a lui interessavano i cuori.
Per questo il suo gesto ebbe un carattere profetico: apparentemente inefficace, in grado di far sorridere gli scettici, ma in realtà capace di scuotere, di risvegliare, di mettere in moto le forze interiori che interpellano la libertà.
Anche noi guardiamo Gesù e gli chiediamo: che cosa devo purificare nel mio cuore?
Dalla mia persona, autentica casa di Dio, che cosa devo togliere come se fosse lievito vecchio?
Io penso che da questa pagina evangelica emergano due risposte.

Anzitutto l’appello a liberarci dai propri interessi personali
come criterio unico e definitivo del rapporto con Dio e di conseguenza con gli altri.
Se c’è un modo di rovinare tutte le relazioni è quello di viverle cercando a tutti i costi di trarne un vantaggio.
È ciò che facevano i venditori nel tempio: apparentemente con il loro operato favorivano i sacrifici, quindi il culto all’Altissimo; in realtà cercavano solo di tutelare il proprio guadagno.
È la reiterata e persistente ipocrisia religiosa ancora tanto viva oggi.
In secondo luogo, tra le righe, il Vangelo ci invita a liberarci da una errata immagine di Dio.
Se abbiamo bisogno di comprarci i favori di Dio (ieri con i sacrifici al Tempio, oggi con le devozioni e i fioretti) è perché ne abbiamo paura. E se ne abbiamo paura è perché lo consideriamo padrone, non padre.
Il gesto compiuto da Gesù, così forte e provocatorio, era destinato a cancellare un rapporto con Dio vissuto da schiavi e non da uomini liberi.
Anche la prima lettura di oggi incentrata sui dieci comandamenti ribadisce tutto questo.
La parola più importante, quella che regge le altre nove, è la prima: “Io sono il Signore che ti ha liberato dall’Egitto, non avrai altro Dio”.
Che significa “non avrai altro Dio che il tuo liberatore: non fare di me un Dio diverso dal Dio che ti libera, non mi ridurre a un Dio che ti rimette in schiavitù”.
Al Signore Gesù che conosce ciò che c’è nel nostro cuore chiediamo la liberazione da inutili paure.
Don Umberto e Don Stefano