La Via

La Via 28 settembre

FACCIATA E SOSTANZA           (Mt 21, 28-32)download50

Gesù racconta di quei due figli che cambiano idea: uno dice “si” ma non fa, l’altro dice “no” ma ci ripensa e fa.
L’accento è chiaramente posto sul fare, perché è l’agire concreto che rivela la sostanza della persona; le parole spesso, sono solo facciata.
È una parabola che invita ad astenersi da giudizi affrettati, dal catalogare le persone e dall’idealizzare la coerenza.
Nessuno dei due infatti è coerente con ciò che dice. In questo sono simili; ma tra loro c’è una differenza.
Consiste nel tipo di attenzione che i due figli danno ai piccoli segnali di allarme.
Che cosa sarà infatti successo nel tempo che passa tra le parole pronunciate e i comportamenti contrari a quanto avevano detto di fare?
Sarà successo che la vita (o Dio) avrà mandato piccoli segnali.
Per il primo che aveva detto sì i segnali erano piccole negligenze, poca voglia, dimenticanze o distrazioni del pensiero del lavoro. Forse piccoli tradimenti della fiducia riposta in lui.

Ma a questi segnali egli non fa attenzione, li lascia andare e così diventano modi di pensare consolidati, blocchi della volontà. E alla fine non va nella vigna.
Per il secondo che aveva detto no i segnali erano invece brevi attimi di rimorso di coscienza, piccoli squarci di pace nel cuore al pensiero di obbedire al padre, lievi sussurri che lavorare nella vigna non sarebbe stato poi così gravoso.
E a questi segnali egli, a differenza del primo, pone davvero attenzione.
Così si ritrova a fare ciò che il padre gli aveva chiesto.
Non è vero quindi che Dio sta sempre in silenzio. Egli spesso ci mette in guardia o ci esorta a fare il bene; ma con il suo stile.
Uno stile sobrio, non urlato, senza imposizioni.
È la nostra capacità di cogliere i segnali, di farsi aiutare a capirli e di renderli poi concreti, a fare la differenza.
Oggi iniziamo un nuovo anno pastorale.
Generalmente all’inizio siamo anche noi come i due figli della parabola: qualcuno dirà “si” alle proposte fatte, qualcun altro dirà invece “no”.
Dio però non mancherà di mandarci i suoi segnali; forse la grazia da chiedere sarà proprio quella di ascoltarli.
Don Umberto Don Stefano