La Via

La Via 7 novembre

 DUE SPICCIOLI.

(Mc 12,38-44)

 

L’episodio è ben conosciuto.

Ma il fatto che venga immediatamente dopo il comandamento dell’amore che abbiamo visto domenica scorsa ce ne fa cogliere tutta la portata.

Perché la vedova di cui parla il Vangelo è una donna che agisce con tutto il cuore.

In fondo cosa c’è dentro due spiccioli?

Apparentemente niente.

Se con essi vuoi comprare qualcosa non vai molto lontano.

Ma se essi sono tutto quello che hai e li dai in dono, allora le cose cambiano.

La differenza non la fa la quantità, ma la qualità di ciò che facciamo.

Chi da tutto, come questa vedova, compie un enorme gesto, non di carità ma di speranza.

Per questo il suo gesto esprime la qualità del suo amore per Dio.

Perché solo Dio può darci speranza.

È una donna povera, ferita dalla vita e non conosce neppure il seguito del suo dramma.

Eppure ha una straordinaria forza d’animo: nel suo gesto di speranza c’è anche una sfida.

Ora che non ha più nulla toccherà a Dio pensare a lei.

Ogni volta che sono di fronte a queste pagine del Vangelo capisco che ogni gesto compiuto con tutto il cuore ci avvicina a Dio.

Ogni volta che diamo tutto e poi non ci resta più niente ci esponiamo finalmente all’assoluto di Dio.

E mi dico che forse per questo noi non riusciamo a sentire il fuoco divino: perché facciamo le cose a metà.

In questo Vangelo tre sono i verbi nascosti ma essenziali: apparire, essere, donare.

Essi costituiscono la strada della vita, quella che tutti siamo chiamati a percorrere.

Ci aiuti il Signore a compiere quei gesti di spirituale follia che ci conducano al dono e ci aiutino a misurare il mondo non con il criterio della quantità ma con quello del cuore.

Don Umberto