Avvento,  Lectio

Caino e Abele

Colpa e pena nelle Scritture e negli insegnamenti della Chiesa.

CAINO E ABELE: UN FRATRICIDIO IMPUNITO?

Se meditiamo attentamente su questo episodio biblico e lo confrontiamo con altri racconti della Scrittura, possiamo cogliere quattro indicazioni fondamentali.
– Nella colpa, almeno in qualche modo, c’è già la pena.
I peccatori nella Bibbia prendono gradualmente coscienza che, commettendo quel reato, si sono autocondannati a vivere al di fuori della famiglia di Dio, a vivere da stranieri. Nella colpa è insita una sconfitta, un fallimento, un’umiliazione drammatica.

– La colpa trasforma la pena in responsabilità. Chi ha sbagliato dovrà assumersi, come pena, responsabilità più gravi e onerose per riguadagnarsi la vita.

– La pena non cancella la dignità dell’uomo, non lo priva dei suoi diritti fondamentali. Nessuno viene sradicato per essere rinchiuso in un luogo irreale. Avendo però negato la paternità di Dio e infranto i rapporti pacifici con il prossimo e con se stesso, chi ha sbagliato dovrà percorrere un duro cammino di ritorno verso la realtà di partenza, verso il recupero della propria dignità e il rientro nella comunità. Questo cammino di conversione è la vera pena richiesta da Dio per ridonare ai peccatori la remissione della colpa.

– Infine, Dio non fissa il colpevole nella colpa identificandolo in essa. L’unico e vero giudice dell’uomo è Dio che trasmette a tutti i colpevoli anche la speranza in un futuro migliore, che mira alla riabilitazione completa e chiede loro di non ripetere l’errore passato e di risarcire il male fatto con gesti positivi di giustizia e di bontà.

Introduzione all’avvento 2019:

Lectio di don Umberto