Anno pastorale 2018-2019,  La Via Speciale

La Via Speciale S.Natale 2018

“Un abbraccio tra Dio e gli uomini”. 

<< Lasciamoci abbracciare da Dio>>

É l’immagine dell’ABBRACCIO quella che abbiamo scelto per questo numero speciale de “LA VIA”.

Lo abbiamo fatto perché ci è parsa una eloquente immagine natalizia: in fondo il Natale è l’abbraccio di Dio all’umanità.

Con l’Incarnazione del Figlio Dio abbraccia la nostra condizione umana.

Lo fa per proteggerla ma anche per salvarla, in qualche modo per elevarla.

Perché un abbraccio, se sincero, rende sempre migliori.

Migliora la vita di colui che lo riceve; e allarga il cuore di chi lo dona.

È un gesto tipico delle relazioni affettive: esse vivono di abbracci, ma non sempre sono abbracci che custodiscono.

A volte, inconsciamente, sono abbracci che trattengono, quasi incatenano.

Esiste questa ambivalenza nel gesto affettivo per eccellenza: l’ambivalenza di chi trasforma l’amore in possesso.

Natale è l’occasione per contemplare l’amore di Dio che, invece, lascia liberi.

Dio coniuga misericordia e libertà, passione e distacco.

La metafora dell’abbraccio però illumina e interpreta anche altre realtà del vivere quotidiano.

Ciascuno è chiamato, ad esempio, ad abbracciare la propria storia, anche nei suoi lati oscuri, che si vorrebbe rimuovere.

Così come siamo chiamati ad abbracciare la società, a vivere in essa, non come fruitori di servizi, ma come parte attiva, cittadini consapevoli e responsabili.

Se esiste un certo legittimo riserbo e pudore nell’abbracciare gli altri fisicamente; se è ammesso un certo imbarazzo a farlo in pubblico, questo pudore non dovrebbe esistere in quell’abbraccio ideale che va sotto il nome di solidarietà o di accoglienza.

Diceva madre Teresa di Calcutta “non permettere mai che una persona abbia a che fare con te e se ne vada senza essere diventata migliore”.

L’abbraccio, reale o ideale che sia, è uno strumento potente affinché queste parole divengano concrete.

L’abbraccio di Dio rende migliore ciascuno di noi; a patto che sappiamo riconoscerlo e, dopo averlo riconosciuto, abbiamo l’umiltà di accoglierlo.

Buon Natale

Don Umberto