Il saluto a..

Il saluto a Mino

Un angelo tra di noi

In questo tempo di Natale gli angeli fanno parte del nostro immaginario collettivo, ci accompagnano nei nostri presepi, nelle decorazioni natalizie, nei racconti della liturgia.
Quest’anno però abbiamo il desiderio di ricordare una persona che è stata un vero angelo, con la sua tenerezza ha saputo abitare le case e i cuori della nostra comunità, accompagnando il dolore e la sofferenza dei malati.
È il nostro caro Mino Freghieri, che pochi giorni fa ci ha lasciati.
Una persona semplice e delicata, che ha fatto del suo mestiere di infermiere una vera vocazione donando cure e attenzioni ai suoi malati e alle loro famiglie.
Entrava nelle case della nostra comunità con molta famigliarità, facendosi prossimo con la sua professionalità, la sua vespa erano le sue ali con cui raggiungeva i malati a qualsiasi ora e con qualsiasi condizione meteorologica, anche quando la salute non era dalla sua parte, si sforzava di esserci comunque, senza mai lamentarsi e senza mai pretendere nulla, con un grande spirito di servizio e carità, pensando solo al bene di chi gli chiedeva un aiuto.
Con la sua calma e la sua umiltà sapeva farsi vicino alle famiglie che attraversavano momenti di dolore, con la sua allegria e il suo sorriso portava un po’ di spensieratezza là dove c’era solo fatica e sconforto.
Era capace di infondere coraggio nei momenti difficili, accompagnando le famiglie nell’affrontare il momento della morte, rassicurando ogni volta che ci si lasciava prendere dalla paura. Non si può dimenticare la dolcezza con cui si avvicinava a corpi feriti, fragili e talvolta sfiniti, lui amava quelle ferite e le curava con la sua saggezza e con la sua fede.
Questa forza infatti sgorgava da una relazione intima con il Padre, dal silenzio che custodiva durante la preghiera e la Messa, spesso pregava da solo il rosario in Santuario, e così ha saputo assecondare la volontà del Signore facendosi Suo servo nella Sua vigna.
Grazie Mino per la grande testimonianza che hai lasciato a chiunque ti abbia conosciuto, noi oggi siamo chiamati a custodirla e a farla fruttare, certi che tu da lassù continuerai a curare le nostre ferite.
Maria Elisa Ghedini