La Via

La Via 7 giugno

DIO CHE TI NASCONDI (Mc 14,12-16.22-26)download50

Sarà la formazione ricevuta in seminario ma quando si avvicina la festa del Corpus Domini mi viene sempre in mente l’antico inno latino dell’”Adoro Te Devote”.
Sono parole di S. Tommaso d’Aquino il quale ad un certo punto parla di “latens deitas”, cioè “divinità nascosta, latente”.
In questi giorni di dolore ho pensato spesso a Dio che si nasconde.
La perdita di Mattia ci ha toccato tutti nel profondo, in parte ci ha tramortito.
Abbiamo invocato tanto Dio durante la sua malattia, ma niente. Sembrava, appunto, essersi nascosto.
E che senso ha avuto tutto ciò? E perché nascondersi agli occhi di chi lo invoca?
Quando S. Tommaso parlava di questo nascondimento aveva davanti agli occhi l’Eucarestia.
E forse il suo pensiero era assorbito dall’idea di come Dio così grande possa celarsi dentro due realtà così semplici e fragili come il pane e il vino.
C’è qualcosa di così normale, di così ordinario nel pane da non credere possibile che proprio lì ci sia Dio, la sua presenza.
Come considerare allora la sua assenza?
Proprio di assenza si tratta o sono i nostri occhi che non lo vedono se non laddove noi vorremmo che sia?
Di fronte alla morte e al dolore è difficilissimo non desiderare altro che non sia la guarigione o la salvezza. Ma spesso purtroppo essi non sono possibili.
E in quei casi, forse, Dio non è nascosto, ma presente in tutti quei piccoli e semplicissimi gesti che hanno testimoniato l’amore, la cura, la forza d’animo.
Soprattutto quest’ultima. La forza interiore.
È per essa che ci viene dato il nutrimento spirituale, il pane eucaristico.
L’eucarestia che celebriamo, veneriamo e riceviamo è come il pane per il viaggio.
Ne abbiamo bisogno come Israele ebbe bisogno della manna nella sua peregrinazione nel deserto.
Perché noi siamo uomini e donne del viaggio, un viaggio mai concluso.
Non ci possiamo fermare, pena il perdere qualcosa di bello che Dio ha in serbo per noi.
A volte viviamo come se fossimo in un approdo; come se avessimo davanti una ideale collina che chiude l’orizzonte facendoci da schermo.
Ma se quella collina la salissimo scopriremmo panorami che non eravamo capaci di immaginare prima.
Ecco, il pane eucaristico ci è dato per salire su quella collina scrollandoci di dosso pigrizia, neghittosità, paura.
Ogni altro scopo rischia di rendere l’Eucarestia un puro oggetto di devozione.
E forse non è il caso.

Don Umberto e Don Stefano