Pasqua 2015

LA VENDETTA DISARMATA DAL PERDONO.

Non è stato semplice scegliere il tema unificante di questo numero speciale de “La Via” di Pasqua.
E non è facile neppure parlarne o scriverne senza rischio di retorica.
Perdonare è un gesto difficile, ma autenticamente cristiano.
Perdonare è un atto straordinario ma simile ad un uomo che cammina sul crinale di una montagna: il rischio di scivolare è alto, altissimo.
Il perdono ha bisogno di una sua purezza, di una sua limpidezza che consenta di viverlo senza ambiguità e che permetta di declinarlo almeno in tre forme: perdonare, essere perdonati, perdonarsi.
Per PERDONARE occorre una forza interiore, una fiducia in Dio e nella vita che controbilanci il rancore e il desiderio di vendetta che sentiamo sorgere in noi dopo una offesa
Il perdono sgorga come esito da questa lotta e tanto più è autentico quanto più la lotta dentro di noi è stata reale.
Per scivolare dal crinale basta poco: un perdono formale, dato a cuor leggero, un perdono senza i suoi presupposti di giustizia e di verità sarebbe ben poca cosa.
Anche ESSERE PERDONATI non è così facile e immediato. Richiede autentica umiltà ricevere il perdono, ancor più chiedere perdono.
A volte permane l’ambiguità che quel perdono che ci viene dato sia un modo elegante per disfarsi di noi, per allontanarci, per mettere una pietra sopra ad un brutto episodio, piuttosto che il tentativo vero di ricostruire una relazione.
E poi c’è il tema del PERDONARSI.
Chiunque ha un minimo di sensibilità di cuore prima o poi sente sorgere anche una voce che lo accusa di sbagli, errori, peccati.
E quando si è incapaci di perdonare se stessi ci si condanna ad una esistenza infelice, a tratti tormentata, certamente nevrotica.
Si può far finta di non ascoltare questa voce, ma è una rimozione che non porta alcun frutto.
Arrivare a perdonare se stessi è una grazia. Ma evidentemente anche un rischio. Qui il crinale della montagna è molto scosceso: comporta una caduta ingannevole nella auto-assoluzione, nel giustificarsi sempre, nel non sentirsi mai in colpa.
C’è un egoismo narcisistico in agguato, sia in chi non si perdona mai, sia in chi , con troppa facilità, è indulgente con se stesso.
Per chi crede, solo Dio è la sorgente del vero perdono; solo la relazione con Lui ci fa sentire perdonati e capaci di perdonare.
La resurrezione di Gesù che a Pasqua celebriamo ci conferma in tutto questo: Dio Padre, perdona l’umanità e le restituisce il figlio crocifisso, nella potenza del suo amore.
Davvero una bella prospettiva con cui vivere questa festa.
Buona Pasqua a tutti.

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