Iniziazione Cristiana

Ai membri del Consiglio Pastorale.download50download50
Traccia di riflessione per l’assemblea del 16 novembre 2014

INIZIAZIONE CRISTIANA e LUOGHI DI FRONTIERA.

1) L’iniziazione cristiana occupa una parte rilevante della pastorale parrocchiale. Molto tempo, molte energie e molte persone sono ad essa dedicate.
I frutti di questi sforzi, con il passar degli anni sono andati via via diminuendo, mentre è aumentato sensibilmente il numero di ragazzi che dopo la cresima abbandonano la vita parrocchiale.
Continuare così non ha molto senso.
Vogliamo chiederci perciò cosa fare e le proposte di cui sotto è una possibile risposta.
Occorre anzitutto slegare la proposta dell’iniziazione cristiana dall’impostazione scolastica, sia nei modi, che nei tempi che nei contenuti.
Circa i modi: prevedere non solo lezioni, ma anche esperienze di vita.
Circa i tempi: non saranno i tempi della scuola, ma solo i tempi forti, includendo anche qualche incontro estivo
Circa i contenuti: non finalizzare tutto al Sacramento ma educare alle diverse forme ed espressioni della fede: la preghiera, la vita fraterna, la carità.
Tutto questo potrà permettere di vivere una vera iniziazione cristiana, non solo una conoscenza teorica del valore dei Sacramenti.
Quali modifiche sostanziali apporterebbe tutto questo?
Tempi più dilatati, preparazione delle catechiste ad utilizzare diversi linguaggi per l’evangelizzazione, coinvolgimento delle famiglie nei “tempi morti”con qualcosa da fare a casa e, non ultimo, un risparmio economico. Oltre a ciò si potrebbe liberare del tempo (es. sabati mattina) per lavorare alla creazione di altri ambiti pastorali oggi completamente scoperti a livello comunitario.
2) Esistono infatti alcune occasioni in cui siamo in grado di incontrare molte persone che abitualmente non vengono in chiesa: mi riferisco a Battesimi, Matrimoni, Funerali.
Ma l’incontro con queste persone è attualmente ridotto a quanto riesce a fare il parroco. Uno o due incontri per il battesimo, una visita presso il defunto, un corso fidanzati.
Non esiste corso pre e post battesimale, non c’è un accompagnamento comunitario nel momento del lutto, non c’è un gruppo che accompagni i fidanzati prima e dopo il matrimonio.
Non vale la pena potenziare questa realtà che ci permettono di “avvicinare i lontani”?
Con il fine di annunciare il Vangelo in modo più capillare e profondo, senza puntare a riempire per forza i nostri ambienti, ma ad avvicinare le persone al Signore.
Concretamente si tratterebbe di creare tre équipe di lavoro che adeguatamente formate possano curare queste “frontiere pastorali”.