Costruire…edificare la Chiesa

Con il termine “poli liturgici” si intendono i luoghi fondamentali di una chiesa, quegli spazi o “arredi” attorno a cui si sviluppano le azioni sacramentali. I più importanti sono quattro:
fonte battesimale, altare, ambone, tabernacolo.
Insieme ad essi vi sono: la sede del celebrante e la penitenzieria.

Il fonte battesimale
Registrazione della serata del 6 novembre 2014 (grazie Maura)

 

 

 

download50IL FONTE BATTESIMALE
Ritrovare il fonte per ritornare alla fonte

1.1. La storia
Ci troviamo di fronte ad un paradosso: oggi la celebrazione del battesimo è molto curata, ben programmata e vissuta, ma il ruolo del fonte è diventato quasi secondario;
nell’antichità era ben attestato invece la presenza del fonte senza che la celebrazione fosse così curata.
Occorre riscoprirne l’importanza, rivalutando la storia, perché al fonte si danno appuntamento diverse ritualità: il battesimo, la veglia pasquale, il rito del matrimonio, il rito dell’aspersione domenicale.
Fin dalle origini della dimensione pubblica del cristianesimo (IV secolo) il luogo del battesimo aveva iniziato ad assumere un valore monumentale e pedagogico, pubblico, nei confronti della comunità ma anche della società.
In sé, per la validità del sacramento bastano l’abluzione e la formula trinitaria;
ma con il battesimo si voleva affermare una precisa identità, non solo religiosa ma anche sociale.
Per questo il battesimo era amministrato dal vescovo, in modo comunitario, in luoghi spesso staccati dalla chiesa e durante la veglia pasquale.
Sorgono così splendidi battisteri (più che fonti battesimali) : Pisa, Firenze, Parma, Cremona, Volterra, ecc …
Essi sviluppano una precisa idea teologica:il battesimo è partecipazione alla morte e resurrezione di Gesù. Con esso muore l’uomo vecchio e inizia la vita nuova.
Per questo erano edifici ottagonali o circolari (per richiamare il Santo Sepolcro di Gerusalemme); erano affrescati con il volto di Cristo sul soffitto; avevano gradini che facevano scendere al fonte (vizi) per poi risalire (virtù).
Poi in seguito, con il ramificarsi della rete parrocchiale e la possibilità data ai parroci di battezzare, si creano tanti piccoli fonti, all’interno delle chiese, spesso all’ingresso di esse.
Il battesimo perde il suo carattere pubblico, diviene una celebrazione più privata, anche perché si passa dal rito di immersione degli adulti a quello della infusione sugli infanti, dal rito celebrato durante la veglia pasquale a quello celebrato subito dopo la nascita.
A questa parabola il Concilio Vaticano II ha tentato di restituire una dimensione comunitaria: a motivo però della visibilità il fonte è stato sostituito da piccoli bacili di bronzo semovibili e provvisori.
Lo sforzo di fare sintesi tra teologia, sacramento e vita comunitaria è tutt’ora in atto.

Il nostro progetto:

“ Noi , piccoli pesci, che prendiamo il nome da Cristo,
nasciamo nell’acqua e solo rimanendo in essa possiamo essere salvati ”.
(Tertulliano)

Iconografia e iconologia:
Il fonte è uno dei poli liturgici più importanti dell’edificio ecclesiale.
Diverse ritualità attorno ad esso si compiono: dalla veglia pasquale ai riti del battesimo e del matrimonio, passando per il rito dell’aspersione domenicale.
Valorizzare il fonte significa tornare “alla fonte”.
La figura del fonte battesimale nasce dalla visione trinitaria del battesimo.
La base ottagonale rimanda – (secondo sant’Ambrogio) al giorno della salvezza – l’ottavo, quando Cristo risorge dalla morte – conferita ai popoli provenienti dalle diverse parti del mondo. La salvezza è opera dello Spirito di Dio, la cui azione viene simboleggiata – secondo un’interpretazione data da Dionigi l’Areopagita – da una spirale che sale verso l’alto, come ad evidenziare l’ “epiclesi” con la quale la Chiesa invoca lo Spirito sui battezzati, affinché diventino nuove creature in Cristo. Il battezzato, per mezzo dello Spirito, partecipa della vita divina della Trinità, simboleggiata dai tre elementi che ruotano intorno alla vasca battesimale, e si unificano nella circolarità della vasca, simbolo della perfezione della divinità.
All’interno della vasca viene raffigurata l’Araba fenice, uccello mitologico noto per il fatto di rinascere dalle proprie ceneri dopo la morte. I padri della Chiesa accolsero la tradizione classica facendo della fenice il simbolo della resurrezione della carne. Col battesimo il credente rinnova spiritualmente lo stesso movimento di morte e risurrezione di Cristo.
Profilo estetico e formale, dimensioni, rapporto con l’architettura
Il fonte battesimale trova collocazione subito dopo il portale d’ingresso: questa scelta è dettata dall’idea di comunicare quanto sia importante oggi, nell’opera di evangelizzazione, la riscoperta del proprio battesimo.
La sua forma richiama il calice della passione di Cristo e per questo motivo è collocato perfettamente in asse con l’altare: la partecipazione alla morte e resurrezione di Cristo, sacramentalmente vissuta nel battesimo, trova così una sua espressione architettonica.
L’accesso all’area battesimale avviene, ordinariamente, attraverso i portoni laterali.
L’area è sormontata da un arco ligneo con croce in modo da formare uno spazio concavo al centro del quale sta il fonte battesimale.
Si delinea così l’idea di un grembo, un luogo di rinascita attraverso il battesimo accentuato anche dal passaggio da una zona più in ombra alla luce dell’area del fonte.
Accanto al fonte trova posto il cero pasquale: il passaggio alla luce è il passaggio alla vita in Cristo risorto.
Le dimensioni del battistero saranno di 76 cm di altezza e 150 cm di diametro.
Qualità materiche e tecniche realizzative
Il fonte battesimale sarà realizzato in travertino bocciardato e stuccato sul fondo a cemento chiaro.
La scelta di questo materiale è legata alla sua maggiore impermeabilità e resistenza all’acqua.
L’elemento iconografico dell’araba fenice sarà realizzata a bassorilievo.
Anche i piani trasversali, elementi di continuità stilistica con l’altare e l’ambone, saranno ricavati dal blocco del battistero.

 

Download Attachments