La Via 6 maggio

MITI, ILLUSIONI E REALTA’ DELL’AMORE (Gv 15,9-17)

Sorgono scrupoli a parlarne ancora.
A parlare dell’ amore intendo.
Una parola tanto usata quanto fraintesa.
Normalmente viene usata in riferimento alla relazione di coppia, al desiderio o all’ attrazione.
Un po’ sovraccaricato di idealità, a volte di fantasia, come nelle favole.
Mai come oggi le persone manifestano in mille modi il desiderio di essere amate e mai come in questo tempo questo desiderio è frustrato, a volte svilito oppure tarpato.
Perché, realisticamente, si fa fatica ad amare.
Si vedono e si incontrano coppie con enormi difficoltà; rapporti tra genitori e figli appesantiti da possessioni ed egoismi; persone sempre più sole.
Se non addirittura amori finiti nella violenza e nella follia.
E così cresce anche il numero di coloro che guardano all’amore con disicanto: pensano che non esista.
Che possa esistere tutt’al più un generico volersi bene, un andare d’accordo, ma non l’amore.
Resta come un amaro in bocca, una sorta di delusione, tanto più cocente quanto più si era idealizzato l’ amore.
Anche Gesù parlava d’amore.
Il Vangelo di oggi ad esempio è fatto di parole d’ amore.
Mi chiedo a volte se Gesù non abbia accresciuto, con la Sua vita e col suo esempio, il carattere ideale dell’ amore.
Mi chiedo se non ci abbia ulteriormente sovraccaricato di uno stile che non siamo in grado di imitare.
Eppure egli stesso disse “il mio carico è leggero, il mio giogo è dolce”.
Gesù non ci ha preso in giro.
Egli ha parlato d’amore perché era l’unico a poterlo fare con coerenza.
Ne ha parlato e lo ha vissuto sino alla fine.
E ha dato a chi crede in Lui la possibilità di poterlo fare.
Guardo alla storia della Chiesa, alla storia dei credenti (e dei non credenti) e vedo innumerevoli esempi di amore.
Di dedizione senza bisogno di ritorno; di cura amorevole; di passione e tenacia.
Ne sono capaci coloro che già si sentono amati.
E ai cristiani questa grazia è concessa.
Sentirsi amati sposta il mondo.

Don Umberto

Download Attachments