La Via 4 marzo

 

DIO O LIBERTA’ ?  DIO E LIBERTA’                              (Gv 2,13-25)

 

Forse solo poche ore dopo i venditori avevano già ripreso il loro posto nel tempio.

E gli scettici avevano già ragionato tra loro, sorridendo, di quanto fosse stato inutile e improduttivo il gesto di Gesù che, con veemenza, aveva cacciato dal tempio i commercianti e rovesciato i tavoli dei cambiavalute.

Un po’ come quando rimproveriamo aspramente i nostri figli, ci arrabbiamo con loro e dopo pochissimo essi tornano a fare gli errori di sempre.

Sarà magari stato così eppure il gesto di Gesù fu un gesto profetico, un gesto necessario  a rivelare il volto della vera religione.

Perché Gesù quel giorno si è arrabbiato cosi tanto?

Per la confusione in luogo sacro, tanto simile a quello che facciamo noi dopo la Messa?

Oppure perché nello spazio del tempio si maneggiava denaro con disinvolta noncuranza?

Era per Lui un terribile miscuglio tra sacro e profano?

Forse ci fu un po’ di tutto questo.

Ma una furia del genere meritava certo un motivo ben più profondo.

E questo motivo è la libertà.

La prima lettura di oggi parla dei dieci comandamenti: parola data da Dio per rendere libero un popolo di schiavi.

Parole che iniziano così : “Io sono il Signore tuo Dio che ti ho fatto uscire dalla condizione servile”.

Dio quindi è sicuramente libero, non si lascia ricattare né comprare da noi. E non vuole nemmeno comprare la nostra libertà con la Sua grazia e i Suoi favori.

Se nel rapporto con Dio noi introduciamo una logica commerciale, una logica di scambio, ecco allora che non c’è più  libertà.

Esattamente questo facevano i venditori nel tempio.

Compravano e vendevano, non tanto gli animali per il sacrificio, ma il rapporto con Dio.

Come si fa con gli idoli, anche quelli di oggi.

Si è disposti a sacrificare loro il meglio della vita a patto che ci diano sicurezza.

Dio invece ci ha reso liberi.

Non lasciamoci imporre di nuovo il giogo della schiavitù.

 

Don Umberto

 

 

 

 

 

Download Attachments