La Via

La Via 6 gennaio

VIAGGIARE (Mt 2,1-12)

Ci sono viaggi che cambiano la vita.
Quello dei Re Magi ad esempio.
Questi tre viaggiatori notturni, partiti per rendere omaggio al Re dei Giudei che era nato, si ritrovano di fronte ad un bimbo che da quel giorno cambierà la storia. E non solo la loro.
Il loro fu anche un viaggio interiore; perché viaggiare non è solo attraversare paesi e culture con il loro segreto.
Viaggiare è uscire dall’infanzia, viaggiare è l’inizio di un’amicizia o anche la rottura di un legame che credevamo non potesse finire mai.
Noi siamo sempre in viaggio.
Se così non fosse vorrebbe dire che siamo spenti.
Il viaggio è quel momento in cui la vita ci mette alla prova e ci svela una parte di noi che prima non conoscevamo.
I viaggi fisici sono un simbolo di quelli spirituali.
Uno dei più grandi scrittori del secolo scorso, Albert Camus, nei suoi taccuini scrisse che il valore del viaggio è nella paura.
Non il piacere. Il piacere lascia il tempo che trova.
Ma il timore del nuovo, dell’ inedito, di luoghi in cui non sai quel che trovi.
Tutto l’insieme di quelle emozioni che ci rendono attenti ad ogni cosa, pronti a reagire ad ogni ostacolo.
Me lo immagino così il viaggio dei Magi.
Per niente facile e segnato anche dalla paura, la paura di non trovare chi cercavano, la paura senza più la stella a guidarli.
E il superamento di questa paura.
Se per un po’ non videro più la cometa, restava accesa la loro stella interiore.
Cioè la loro domanda: “dov’è colui che è nato?”
Senza domanda non c’è viaggio.
I Magi hanno la domanda, ma non la risposta. E si rivolgono a sacerdoti e scribi che conoscono le Scritture.
Essi hanno la risposta, ma non la domanda. Non gli interessa trovare il bambino.
In fondo che cosa è più importante?
Proprio il fatto di non aver risposta ma solo domanda, è stata la salvezza dei tre viaggiatori venuti da lontano.
Hanno sbagliato certo. Inizialmente hanno sbagliato città e persona.
Ma in ogni errore è contenuta una luce di verità. Purchè siano errori fatti col desiderio di cercare.
In fondo il verbo “errare” ha due significati: sbagliare o muoversi alla ricerca di qualcosa. Che Dio, nella nostra vita, trasformi l’uno nell’altro.
Don Umberto