La Via

La Via 11 giugno

IN RELAZIONE (Gv 3,16-18)

Gesù è morto per svelarci il mistero stesso di Dio, e, aiutati dal poderoso soffio dello Spirito Santo ricevuto, noi professiamo un Dio comunione.
È, appunto, il vero volto di Dio che si mette in gioco: Gesù pretende di parlare di Dio in maniera nuova e straordinaria, svelandoci qualcosa d’inimmaginabile.
Gesù ci svela che Dio è Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo.
Dio non è il solitario perfetto, l’incommensurabile, l’onnipotente – certo – ma solitario Motore Immobile (sommo egoista bastante a se stesso)?
Dio è festa, famiglia, comunione, danza, relazione, dono.
Dio è tre persone che si amano talmente, che se l’intendono così bene che noi – da fuori – ne vediamo uno.
Abbiamo una così triste opinione di Dio! La Scrittura, invece, ci annuncia che Dio è una festa ben riuscita, una comunione perfetta.
Dio è come quando vediamo una coppia di sposi o di fratelli che si vogliono talmente bene da sembrare una cosa sola.
Che bello vedere realizzato in Dio ciò che noi sempre desideriamo!
Tre persone che non si confondono, che non si annullano in un’indefinita energia cosmica, ma che, nella loro specificità, operano con intesa assoluta.

Riusciamo addirittura a tracciare l’opera, il lavoro di ognuna, il “carattere specifico” di ogni persona della Trinità: riconosciamo l’impronta del Padre nella creazione, nello stupore della natura; riconosciamo l’agire del Figlio nella sua volontà di salvezza dell’uomo; riconosciamo l’afflato dello Spirito che accompagna, porta a compimento e santifica l’umanità pellegrina.
Andiamo, però, oltre.
La Genesi ci dice che Dio per crearci si guardò allo specchio: siamo fatti a immagine e somiglianza di Dio. Siamo, quindi, fatti a immagine e somiglianza della comunione.
Adesso capisco un sacco di cose!
Capisco perché la solitudine mi pesa tanto e mi fa paura: è contro la mia natura!
Capisco perché, quando amo, quando sono in compagnia, quando riesco ad accogliere e a essere accolto, sto così bene: realizzo la mia vocazione comunionale!
Guardando alla Chiesa, l’uomo si accorge di essere capace di comunione. Uniti nella diversità, nel rispetto l’uno dell’altro, nell’amore semplice, concreto, benevolo, facciamo diventare il nostro essere Chiesa splendore di quest’ inatteso Dio comunione…

Don Paolo Curtaz